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In breve tempo come previsto la pandemia è sbarcata anche in India, dove è stato introdotto il blocco totale e l’isolamento sociale dal 25 marzo us.
Questo provvedimento ha scatenato immediatamente un enorme caos in tutto il Paese a causa dell’evacuazione in massa di centinaia di migliaia di migranti interni, rimasti senza lavoro, che dalle megalopoli si sono diretti verso le zone rurali di provenienza.
Come hanno testimoniato le immagini trasmesse nei telegiornali si è trattato di un vero e proprio esodo biblico: 120 milioni di lavoratori giornalieri di tutto il paese sono caduti nella disperazione dopo aver perso improvvisamente il lavoro e qualsiasi possibilità di sostentamento.

L’isolamento sta paralizzando 1,3 miliardi di persone, tra cui oltre 73 milioni famiglie che non hanno accesso a un alloggio adeguato (fonte: ong Habitat for Humanity) e i milioni di lavoratori che si sono ritrovati in un attimo disoccupati e senza paga.
La maggior parte dei contagi si registra soprattutto nelle grandi città (Mumbai, Nuova Delhi e Chennai). Anche se alcuni casi sono  stati registrati nello slum (bidonville) più grande di Mumbai dove vivono nella più totale miseria migliaia di persone. Secondo alcuni esperti i numeri reali sarebbero molto più alti anche perché i tamponi effettuati sono stati pochissimi e dunque potrebbero esserci molte più persone contagiate. Le autorità si aspetterebbero, infatti, che un’alta percentuale della popolazione venga infettata nei prossimi mesi.

Situazione in Tamil Nadu

Mary ci illustra una situazione molto difficile. A causa del blocco totale delle attività le persone che già erano costrette a vivere ai limiti della sopravvivenza, non riescono più a lavorare né a portare a casa il denaro per acquistare prodotti alimentari.
Quindi oltre a questo subdolo e invisibile virus, molte famiglie indiane devono far fronte ad un altro serio problema di sopravvivenza: la fame.
È una condizione paradossale, gli stessi provvedimenti intrapresi per bloccare i contagi stanno rischiando di provocare un effetto collaterale ancora più grave del virus, una conseguenza, la fame, che minaccia di uccidere molte più persone soprattutto bambini.

Il Governo al momento, per tamponare la situazione di emergenza, sta distribuendo sacchi di riso e viveri nei villaggi ma questo non basterà. Prevedendo il perdurare di questo periodo difficile, in collaborazione con Horizon Welfare stiamo programmando le attività di sostegno post isolamento:

  • sostegno economico e distribuzione di cibo alle famiglie bisognose: garantire cibo alle famiglie supportate ed estendere l’aiuto anche ad altre famiglie in zone limitrofe. Prevediamo di consegnare delle somme alle famiglie per poter acquistare cibo e/o provvederemo alla distribuzione di sacchi di riso e altri alimenti.
  • attività di prevenzione: continuare ad informare la popolazione sulla modalità di contaminazione e la trasmissione del coronavirus e prevenzione; azioni fondamentali per evitare il contagio (distanziamento, lavare le mani spesso, evitare il contatto fisico). Fornire i villaggi di mascherine e disinfettanti per lavarsi le mani e gli ambienti.

Per quanto riguarda il nostro progetto di sostegno a distanza, abbiamo contattato telefonicamente la struttura e sappiamo che i bambini stanno bene, non manca loro nulla grazie anche al nostro sostegno. Appena la situazione lo renderà possibile andremo a trovarli personalmente.

Ci aspettano momenti molto duri e per questo chiediamo a tutti un contributo per attivare queste vitali iniziative appena ci sarà possibile.

Grazie a tutti per il vostro sostengo