Fonte di Speranza collabora dal 2008 con Peter Bayuku Konteh (cittadino sierraleonese e italiano, è stato Ministro del turismo e dei Beni culturali ed attuale ministro dei lavori pubblici nel suo Paese di origine, nonché Ambrogino d’oro della città di Milano già nel 2009). Con Peter, e grazie al vostro sostegno, dal 2008 a oggi abbiamo costruito 29 pozzi in Sierra Leone, garantendo l’accesso all’acqua a più di 5.000 persone. Inoltre abbiamo realizzato anche progetti agricoli come la distribuzione di caprette e galline per dare sostegno allo sviluppo rurale della zona di Kromasilia con ottimi riscontri.
Nel 2018, grazie alla generosità di alcuni donatori abbiamo alzato lo sguardo verso l’orizzonte per un progetto, se vogliamo, ancora più ambizioso: un Centro Medico a Konkoba!
La Sierra Leone è tra i peggiori nell’elenco dei Paesi ordinati per indice di sviluppo umano (HDI) del 2016. Ad esempio la mortalità delle partorienti in Sierra Leone rimane la più alta del mondo, 1.360 morti ogni 100.000 nascite di bambini vivi.
In particolare, il villaggio di Konkoba, verso il quale abbiamo rivolto la nostra attenzione, congloba anche altri 5 villaggi: Kagbodo Village, Kamakei Village, Kamathola Village, Kamakopo Village, Kamasiankay Village. Nel villaggio c’è solo una scuola elementare, un pozzo, ma niente luce. La popolazione è composta da contadini dediti all’agricoltura di sussistenza(riso, manioca, patate) e allevatori di piccoli animali (galline e capre).
In questo contesto, i potenziali beneficiari del Centro Sanitario sono principalmente bambini, donne incinte e anziani.
Il progetto nato dalla collaborazione tra Fonte di Speranza Onlus, Peter Bayuku e la ong Little Steps Sierra Leone intende individuare e aiutare i bambini da 0 a 10 anni. È evidente come i bambini, specie in un contesto di povertà, siano i più vulnerabili a malattie come il colera, l’anemia, la dissenteria e la malaria. Ultimamente il dato allarmante è che questi killer sono stati trascurati, perché i meccanismi di donazione o di partenariato hanno spostato la loro attenzione principalmente sull’HIV.
In questo scenario, la situazione sanitaria è allarmante: le patologie più comuni tra la popolazione sono malaria, infezioni di vario genere, disturbi legati alla gravidanza. I pazienti, soprattutto le donne prossime al parto, in caso di emergenza dovevano essere portati in barella a piedi all’Ospedale più vicino, quello di Kabala, a 24 kilometri.
L’inaugurazione del Centro Medico
Il Centro Sanitario, dopo 2 anni di enormi sforzi economici, organizzativi e materiali è stato inaugurato a novembre 2019. La sua apertura è stata immediatamente battezzata dalla nascita di una bambina a cui è stato dato il nome di Enza in memoria della famiglia toscana che ha dato una cospicua donazione sia per la costruzione del Centro che del pozzo per il villaggio.
Le principali attività previste sono fornire servizi di sensibilizzazione e prevenzione, vaccinazioni, distribuzione di farmaci e assistenza di primo soccorso soprattutto alle partorienti.
La struttura comprendente: uno spazio per il primo soccorso, una sala d’attesa che servirà anche per campagne di sensibilizzazione, un reparto per ricovero in day hospital, una sala parto, un magazzino/farmacia per le medicine e i vaccini, un bagno, un piccolo ufficio per le due infermiere.
Ecco alcune fotografie del Centro Medico in attività e la sua planimetria.
Il Centro Medico è funzionante, nel corso del 2021 abbiamo portato avanti l’attività di monitoraggio dell’avvio del Centro Medico, che nel frattempo è divenuto un punto di riferimento di grande importanza per gli abitanti del territorio e ha ricevuto medicinali ed attrezzature mediche anche dalle istituzioni sanitarie statali, in quanto è entrato a far parte dell’elenco delle strutture mediche riconosciute dallo Stato della Sierra Leone che ora provvede anche a stipendiare una delle infermiere, ad inviare un medico generale e dotare l’infermeria dei medicinali e dei materiali di consumo più comuni e necessari. Attività di sensibilizzazione sugli aspetti chiave e le modalità di contaminazione e la trasmissione del coronavirus sono state portate avanti a favore di tutta la comunità.
I partner sul territorio sottolineano però la necessità di costruire all’interno del Centro Medico stanze per il personale (2 infermiere, 2 aiutanti, un tuttofare) e soprattutto la necessità di installare pannelli solari per avere corrente elettrica che permetta sia l’illuminazione notturna che l’energia per alimentare un frigorifero per la conservazione di vaccini e medicinali.