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Un pensiero di Padre Querzani alla Romagna

 

Riportiamo una lettera che ci è arrivata da Padre Giovanni Querzani, originario di Brisighella (RA), che ha scritto a seguito degli avvenimenti calamitosi avvenuti anche nella “sua” Romagna. Con piacere vogliamo condividerla con i nostri sostenitori unendoci a lui nell’inviare i nostri pensieri a tutte le popolazioni colpite da simili calamità.

Bambino con la sua mamma durante un controllo medico

“Cari Amici e Benefattori,
mi accorgo che è un po’ di tempo che non vi invio nostre notizie dal Congo. Le recenti calamità che hanno colpito la nostra Romagna, compresa la città di Faenza, mi offrono l’occasione di farlo, anche per esprimere il grande dispiacere che provo pensando alle sofferenze di tante persone che hanno subito ingenti danni in maniera così inattesa e imprevista. Condivido di cuore la loro amarezza e prego per loro.

Ma non è solo l’Italia a essere colpita da queste calamità.

Un avvenimento ben più catastrofico dovuto allo stesso fenomeno delle inondazioni è avvenuto anche qui da noi in Congo giorni fa’ in una zona non lontana da Bukavu dove interi villaggi sono stati spazzati via dalla furia dei fiumi esondati provocando un pesantissimo bilancio di più di 400 morti e un alto numero di dispersi di cui probabilmente non si saprà mai nulla.

E’ la minaccia costante dei cambiamenti climatici che ormai flagellano con crescente intensità il nostro pianeta, con ripercussioni ancora pià gravi qui in Africa dove la gente, pur essendo solo in minima parte responsabile dei fenomeni di inquinamento, subisce in maniera più accentuata questi avvenimenti drammatici senza ricevere quasi mai una adeguata assistenza umanitaria e gli aiuti necessari.

A questo va aggiunto il moltiplicarsi un poì ovunque delle guerre. Si parla quasi solo della crudele e insensata guerra in atto da più di un anno in Ukraina a causa anche degli effetti nefasti che ha provocato a livello mondiale, ma la nostra gente qui nell’estremo est del Congo vive il dramma della guerra e di continui conflitti armati da circa 30 anni con un terribile bilancio di milioni di morti e il preoccupante fenomeno di milioni di sfollati interni. Un dramma terribile che resta quasi del tutto ignorato perché si vogliono dissimulare i motivi ecomomici di sfruttamento delle preziose materie prime che ne sono la causa.

Da più di un anno un ennesimo conflitto armato scatenato da un Movimento Ribelle, l’M23, creato e sostenuto dal vicino Rwanda, sta imperversando e martoriando soprattutto le popolazioni del Nord Kivu che ha come capoluogo la città di Goma e non si riesce a venirne a capo, nonostante i ripetuti tentativi diplomatici e l’ambiguo intervento di diverse forze armate esterne che si sono mostrate finora del tutto inefficaci. E anche qui nel sud Kivu, che ha come capoluogo la città di Bukavu, la tensione e la presenza di molti gruppi armati creano una situazione non meno instabile e problematica.

Oltre tutto, in questo contesto così critico, nel prossimo mese di dicembre dovrebbero aver luogo le elezioni presidenziali, le quali, anche se più volte riconfermate, sono ritenute nel contesto attuale di difficile attuazione. Sarebbe veramente indispensabile poter avere alla testa dello Stato Dirigenti politici legittimamente eletti, veramente competenti ed onesti, in un Paese devastato da una
corruzione pervasiva e da disfunzionamenti generalizzati che esigerebbero riforme profonde a tutti i livelli.

Quello che ogni giorno preoccupa maggiormente la gente è tuttavia il costo crescente della vita dovuto all’aumento progressivo dei prezzi, anche degli alimenti più essenziali, che mette in grande difficoltà soprattutto i ceti più poveri. Cosa fare e come uscire da questo circolo vizioso che attanaglia la vita di tanta gente?

E’ il grande interrogativo che ci opprime la mente e il cuore, di fronte al quale sperimentiamo un grande senso di impotenza e di inadeguatezza. Soprattutto quando dobbiamo portare avanti opere sociali che riguardano un numero crescente di bambini e di famiglie in difficoltà.

Le risorse non sono più quelle di una volta. E le diminuite energie, aggravate dal mio pesante handicap della sordità, costituiscono un ostacolo notevole che inclina anche a un certo sconforto.
La grande risorsa di cui ringrazio ogni giorno il Signore è l’impegno ammirevole di mamma Merida e delle altre persone che si dedicano con vera dedizione al bene di tanti nostri bambini e al contatto con le loro famiglie.

Merida con due bambini appena giunti al centro nutrizionale

La mia presenza, anche se piuttosto limitata dal punto di vista operativo, è considerata da loro molto importante come sostegno morale ed è per questo che, unendomi alla loro insistente preghiera, chiedo al Signore la forza di poter resistere.

L’avvenire di questo Paese, come del resto la vita di ciascuno di noi, è nelle mani del Signore, che è Risurrezione e Vita”, ed ha solo disegni di amore e di salvezza per tutti coloro che confidano in Lui. Ho voluto inviarvi questo breve prospetto reale e concreto della nostra situazione attuale, non solo come informazione, ma anche come espressione della nostra indefettibile riconoscenza e come stimolo a un sostegno costante e reciproco nella preghiera.

Coi nostri più cordiali saluti e auguri di ogni bene.

P. Giovanni Querzani
Bukavu – R.D.Congo

Bambino al centro Nutrizionale

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