Il giorno 5 novembre 2019 il nostro collaboratore e caro amico Marco è partito per la Sierra Leone, scopo del viaggio: documentare quanto fatto in questi anni nella Regione di Kabala grazie al supporto della ong. Little Steps Sierra Leone e a Peter Bayuku Konteh. (nella foto Marco nel villaggio di Bankolia)
Vi riportiamo qui brevemente alcuni passaggi del suo “diario di bordo”, note e dettagli su quanto abbiamo già fatto, ma soprattutto spunti e progetti su quello che ancora è necessario fare per queste popolazioni per cui avere accesso a fonti di acqua pulita è il primo passo per debellare malattie potenzialmente mortali.
Accompagnato dai nostri partner di Little Steps in più di due settimane ha visitato, fotografo e raccolto testimonianze in stutti i villaggi in cui abbiamo costruito i nostri pozzi della Speranza che potete vedere sulla cartina.
I primi in ordine cronologico di visita sono stati Lunsar (1), Makeni(2), Fadugu (3), Kabala (4).
Poi Mango Stick (5) e Bankolia (6), nell’area suburbana di Kabala, anche in questi due villaggi esiste solo il nostro pozzo per una popolazione che conta su più di 1.500 bambini per cui sarebbe necessaria anche la costruzione di una scuola, nonché di un centro medico che possa curare in primis malaria e febbre tifoide.
Il pozzo di Nyafurandor (7) si trova a circa 8 km da Kabala, è situato all’interno di un’area agricola gestita da una cooperativa dedita alla coltivazione di tapioca e allevamento di polli. Ismaia (8), a 11,2 km da Kabala con una popolazione di 3.000 abitanti, è stato uno dei primi nostri pozzi, è ancora perfettamente funzionante, le donne del villaggio preferiscono lavare i panni nella falda naturale per preservare la funzionalità del pozzo.
A Yagala (9-13), un grosso centro, abbiamo costruito 4 pozzi. Allontanandosi da Kabala Marco visita anche il recente pozzo di Kayakor (14): la strada è impraticabile persino con una jeep 4×4, lungo la strada incontra un gruppo di persone, a piedi, che stanno portando su una barella di canne un uomo all’ospedale di Kabala – non ci è arrivato perché è morto per strada – purtroppo nel villaggio non c’è nessun Centro Medico.
Il 15° pozzo è Kasumpe un piccolo centro, dove il capo-villaggio fa presente che prima della sua costruzione erano molto diffuse diarrea e problemi intestinali che ora invece sono scomparsi; il pozzo è uno dei più vecchi e necessità di essere ripristinato.
Kafogo (16) è stato costruito nel 2019, il villaggio ha circa 1.200 abitanti e necessitano di una scuola di formazione professionale per i tanti ragazzi di questo villaggio e di quelli vicini.
Fadugu (17) a 35,2 km da Kabala è un pozzo molto vecchio e usurato, il villaggio auspica nel suo ripristino nonché la costruzione di un altro perché la comunità è molto grande.
A Katawuia (18) e a Semamaia (19,20) i pozzi non sono funzionanti perché per l’usura si sono rotte le pompe, i villaggi sono stati disabitati per diversi anni a causa dell’epidemia di Ebola nel 2014, passata l’emergenza lentamente stanno tornando alla normalità e auspicano nel ripristino dei pozzi. Poco distante si trova Kayogobay (21); Sakuta (22) dista invece circa 10 km, è un grosso centro con una scuola costruita da un gruppo di italiani per circa 500 bambini, la popolazione necessiterebbe di un centro medico (quello più vicino e molto utilizzato si trova a Semamaia – 10 km da fare a piedi).
Lungo la strada per Kankaya (23) numerose donne e bambini lavano le stoviglie e i panni nelle sorgenti lungo la carreggiata per non “sprecare” l’acqua del pozzo costruito già nel 2010 e ancora perfettamente funzionante. Quasi al confine con la Guinea a 75 km da Kabala si trova Koindukura (24) anche qui come a Bambukura (25) i pozzi funzionano molto bene.
Avere accesso all’acqua pulita dal pozzo è certamente più sano, ma non sempre è semplice. Guarda il breve video fatto da Marco al pozzo di Ismaia.
Questo breve briefing vuole evidenziare non solo che non basta costruire un pozzo, è necessario ripararlo quando si usura, ma soprattutto che Fonte di Speranza si impegna ad essere trasparente con tutti i donatori che ci hanno aiutato nella costruzione di questi primi 25 pozzi della Speranza.
Continuate a starci accanto, solo così possiamo portare speranza a chi non ne ha.
Commenta