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Come nasce una speranza: il Centro Maternità di Kemba

Kemba, R. D. del Congo: capitolo 1

Kemba è un villaggio sperduto nel cuore della savana, la città più vicina, Bokoro, dista 45 km. Non poi così tanto, apparentemente, ma tra Bokoro e Kemba la cosa più simile a una strada è un lungo sentiero in terra battuta che attraversa una fitta boscaglia. Una pista polverosa e irregolare, non illuminata, che diventa una distesa di fango ogni volta che piove. La gente di qui, nella migliore delle ipotesi, può percorrerla in bicicletta o rimediando un passaggio in moto, ma molto più spesso la affronta in interminabili e pericolosi viaggi a piedi.

A Kemba c’è fame, c’è sete, c’è miseria, ma nonostante tutto c’è una vita che va avanti. In un luogo devastato da tanta miseria, le donne e i bambini ne subiscono le conseguenze più pesanti. In particolar modo le giovani donne che devono partorire vivono una difficile realtà: non si sottopongono ad alcun controllo medico durante la gravidanza; partoriscono spesso in casa, oppure in baracche di fango e paglia, assistite da mammane del tutto impreparate a gestire le più banali complicazioni; dopo il parto né loro né i neonati hanno la possibilità di essere visitati da un dottore.

In queste condizioni, morire di parto o veder morire il proprio figlio è drammaticamente facile. Siamo nel 2009, la situazione sembra senza via d’uscita, ma l’allora Vescovo della Diocesi di Inongo (R. D. del Congo), sua eccellenza Mons. Philippe Nkiere Kena, che conosceva bene questa realtà, scrive a Padre J. W. Bomoi una lettera che è un grido di dolore e di speranza al fine di trovare una soluzione a questa tremenda situazione.

Il sogno di Padre Bomoi è un Centro Medico per Kemba

Padre Bomoi si trovava a Roma per seguire corsi di formazione e proseguire i suoi studi ecclesiastici e dato che Kemba è il suo villaggio natale, si è subito impegnato per cercare chi potesse costruire una maternità in grado di aiutare le donne a partorire in sicurezza. Un semplice ma funzionale Centro Medico con sala parto, dotato di letti per la degenza e le visite, di strumenti ginecologici e di semplici attrezzature mediche. Ha inviato questo appello a diverse Associazioni fra le quali la nostra che è rimasta sbalordita dalla dimensione del problema e dalla somma non impossibile di € 25.000 necessaria per avviare il progetto. Una cifra esorbitante per la popolazione locale, certo, ma tutto sommato raggiungibile.
Ci siamo mossi subito: fissato l’obiettivo, abbiamo realizzato campagne di informazione e sensibilizzazione del progetto, grazie ai donatori e a persone di buon cuore come il Sig. Pinocchio di Palermo, Fonte di Speranza raccoglie i fondi necessari, li fa arrivare immediatamente nelle mani di chi, in concreto, realizzerà il progetto.

Padre Bomoi riceve da Fonte di Speranza un primo anticipo di 12.000 euro dopo poche settimane dall’aver ricevuto l’appello. E così tutto ha avuto inizio.

10 anni dopo Kemba 2019

Il Centro Maternità è cresciuto ed è attivo ormai da diversi anni, grazie al sostegno costante di Fonte di Speranza. Oggi è un punto di riferimento essenziale per le madri di questo territorio.

Un centro che consente a oltre 200 donne l’anno di affrontare il parto in sicurezza e ai neonati di ricevere le prime cure e i vaccini è qualcosa di rivoluzionario, perché permette di guardare alla vita e al futuro finalmente con un briciolo di fiducia. Non è un caso se altri piccoli, preziosissimi progetti di sviluppo stanno nascendo proprio qui. E ve li racconteremo nei prossimi articoli.

cooperazione onlus

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