Si accende un faro su questo Paese, nel quale operiamo da anni
Quest’anno il premio Nobel per la Pace è stato dato a due personalità che si sono distinte per la lotta contro lo stupro come arma di guerra: Nadia Murad, testimone yazida (vittima lei stessa di violenza sfuggita alla schiavitù sessuale di Daesh) e il ginecologo Denis Mukwege della R.D. del Congo.
Perché questo dovrebbe riguardare tutti e riguarda in particolar modo Fonte di Speranza? La notizia del premio Nobel per la Pace assegnato a una donna e, in particolar modo, a un medico congolese centra in pieno il campo in cui siamo impegnati in uno dei luoghi dove portiamo il sostegno dei nostri donatori da molti anni, il Congo.
La nostra mission è quella di aiutare soprattutto donne e bambini perché in caso di miseria, conflitti e difficoltà sono loro ad essere i più colpiti, ma se invece loro stanno bene è l’intera comunità che li circonda a poter tornare a sperare nel futuro.
Il Nobel assegnato al Dottor Denis Mukwege dovrebbe accendere un enorme faro sulla situazione del Congo per costringere la comunità internazionale a vedere gli orrori che in quel Paese sono la quotidianità da troppo tempo, un incubo che colpisce soprattutto donne e bambini e che noi di Fonte di Speranza conosciamo attraverso l’infaticabile opera di Padre Querzani.
Questo Padre missionario ha dato vita a una Casa-Famiglia per l’assistenza nutrizionale e sanitaria dei bambini malnutriti e l’accoglienza dei bambini più vulnerabili, ma non solo. Ha messo in piedi le attività di un Centro Sociale dove più di un centinaio di mamme seguono i corsi di taglio-cucito e ricamo, i corsi di alfabetizzazione mentre un gruppo di quasi 80 ragazzini frequenta la scuola di recupero scolastico. Non bastasse sostiene anche la scolarizzazione di circa 150 bambini e bambine, che in gran parte sono stati in passato ospiti della Casa-Famiglia e che, a causa della povertà delle loro famiglie, senza il suo aiuto non potrebbero andrebbero a scuola.
Il Dottor Denis Mukwege e Padre Querzani operano nella stessa zona del Congo, Bukavu, vedendo tutti i giorni gli orrori che le donne sono costrette a subire. Il loro obiettivo è restituirgli dignità, speranza, futuro, vita in un Paese sotto dittatura che non riesce ad andare alle urne per votare.
Per capire brevemente qual è la situazione basti pensare a questo: il Congo ha dato gli schiavi all’epoca delle tratte, per poi continuare con la gomma, il rame, l’oro, l’avorio, il legno, i diamanti, il titanio, l’uranio, il metano e per finire, il coltan, il prezioso minerale che serve per costruire componenti dei nostri smartphone.
Il Congo è quindi uno dei paesi più ricchi del mondo, ma in cambio di tutte queste risorse ha ricevuto quella che si può definire la peggiore crisi umanitaria della storia. Si contano oltre 6 milioni di morti, genocidi, conflitti etnici, ci sono una moltitudine di gruppi armati che seminano terrore. Le guerriglie per il controllo di determinate zone del Paese continuano, di conseguenza anche gli innumerevoli orrori che si perpetrano nel silenzio assordante della comunità mondiale: uomini schiavizzati nelle miniere alla ricerca di coltan, oro o diamanti con bambini armati di kalashnikov a sorvegliarli; donne e bambine torturate e violentate da militari, banditi, gruppi armati. Nell’Ospedale dove opera il dottore vincitore del Premio Nobel per la Pace esiste un intero reparto dedicato alle donne vittime di stupro da lui ideato, che ne accoglie circa 3.600 in un anno.
Stando alle cifre delle Nazioni Unite, nel 2015 si sono registrati oltre 15 mila casi di donne abusate, un caso di violenza ogni mezz’ora. Queste donne, oltre a subire il trauma dell’abuso, subiscono poi quello dell’esclusione dalla società, perché spesso contraggono l’hiv, restano incinta del figlio del “nemico”, ma soprattutto perché le vittime non vengono considerate come tali, ma sono colpevolizzate, vengono tacciate di essere delle prostitute e vengono allontanate sia dai mariti, che dalla loro comunità.
Grazie al lavoro di Padre Querzani, dalla parte dei più poveri e degli esclusi, donne e bambini trovano un posto sicuro dove ripartire e guardare al futuro con speranza. Per questo noi non possiamo fare altro che essere dalla sua parte, dandogli tutto il sostegno che i nostri donatori ci consentono di dargli.
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Costruiamo pozzi in Sierra Leone
Grazie alla collaborazione con l’associazione locale “Little Step ONG” dal 2009 portiamo avanti il progetto “I Pozzi della Speranza” per garantire acqua sicura e pulita alla popolazione in Sierra Leone.€3.690,00 donated -
Contro la malnutrizione a Bukavu
Dal 2006 siamo al fianco di Padre Querzani sostenendo i bambini e le famiglie di Bukavu, garantendo loro cibo sano e nutriente, cure mediche e accesso all'istruzione per un futuro migliore.€670,00 donated -
Progetto Semi di Speranza per Kemba (R.D. del Congo)
Un progetto di sviluppo a tutto tondo che, partendo dall’affrontare il problema idrico e sanitario, punta anche alla lotta all’analfabetismo e al potenziamento delle competenze locali attraverso il supporto della micro-imprenditorialità, in particolar modo femminile.€405,00 donated -
Progetto Rugby Moba Leinà (R.D. del Congo)
Con il prezioso sostegno dell’Associazione Rugby Lainate abbiamo lo scopo di organizzare e sviluppare la pratica del rugby, non limitandoci alla mera pratica sportiva, ma trasferendo i valori distintivi di questa disciplina.€320,00 donated
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