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Cosa succede a Bukavu

Padre Querzani ci aggiorna sulla difficile situazione e sulla diffusa malnutrizione

Fonte di Speranza sceglie con molta attenzione le persone con le quali lavorare, per essere sicura che tutte le donazioni ricevute vadano a buon fine. Con Padre Giovanni Querzani esiste un solido rapporto e appena ne ha l’opportunità ci aggiorna sulla situazione di Bukavu, il villaggio nella R.D. del Congo nel quale opera

Abbiamo ricevuto questa lettera e queste foto in cui ci racconta situazioni intollerabili che ci motivano a sostenerlo ancora di più.

Chi è per noi

Padre Giovanni Querzani

Originario di Brisighella, è stato ordinato sacerdote nel 1968. Dopo aver conseguito un diploma in Belgio in medicina tropicale, è partito per il Congo dove da decenni si occupa dei bambini e delle loro mamme. Opera nella zona di Bukavu, vicino al confine col Ruanda, dove ha messo in piedi una serie di iniziative sanitarie e di sviluppo economico per aiutare le persone più in difficoltà a rimettersi in piedi.

L’incontro con Fonte di Speranza avviene nel 2006 e da allora, grazie ai nostri sostenitori, portiamo avanti moltissimi progetti: il centro nutrizionale per bambini colpiti da malnutrizione; la casa famiglia Tupendane; il Centro Sociale Tusaidiane per l’insegnamento del taglio e cucito a mamme con bimbi malnutriti; la costruzione di casette per chi non ha accesso nemmeno a una capanna.

«Cari Amici-Benefattori di Fonte di Speranza,

Siamo già a fine gennaio ed è tempo che vi invii un po’ di notizie sulla nostra situazione e il nostro lavoro.
Il vissuto quotidiano di tante mamme che portano i loro bambini malnutriti nel nostro Centro Nutrizionale è impressionante e fa crescere in noi un sentimento di impotenza che lacera il cuore.
La scheda familiare che compiliamo per farci un’idea più reale e precisa del contesto in cui vivono i bambini ci fa scoprire situazioni incredibili.

Tra le tante situazioni più penose mi balza in mente quella di mamma Salome. Questa povera donna è rimasta vedova tre anni fa con 10 figli di cui il sesto, Pascal (9 anni), gravemente disabile e adesso in stato di grave malnutrizione. Quando me lo son visto davanti in quello stato così pietoso, ho provato una pena indicibile. Occorreva inviarlo subito all’ospedale dove, nel padiglione dei bambini gravemente malnutriti, avrebbe potuto avere anche una assistenza medica. La mamma purtroppo non poteva rimanere ad assisterlo all’ospedale lasciando a casa da soli tutti gli altri figli. In attesa di trovare una opzione migliore abbiamo deciso di dare alla mamma un supporto alimentare per i suoi bambini con un supplemento di latte, zucchero e biscotti per Pascal e una somma di danaro per attivarsi in qualche piccola attività di commercio.

Volendomi rendere conto delle reali condizioni di vita di questa famiglia, ho inviato Donatien, uno dei miei collaboratori, a vedere dove abitavano. Altro shock! Vivevano in una baracca malandata in uno stato di indescrivibile squallore. La testimonianza di Donatien è stata sconfortante:
“In casa non hanno assolutamente niente, neppure un letto. Dormono tutti per terra su dei sacchi. E nessuno dei suoi figli ha avuto la possibilità di andare a scuola!”
Abbiamo preso subito la decisione di costruire per questa famiglia una nuova casetta di legno e ho fatto comperare dei letti dove per la prima volta quella povera donna coi suoi bambini potranno dormire in modo dignitoso. Una delle sue bimbe, Nadine, di 4 anni, anch’essa sofferente di malnutrizione l’abbiamo accolta nella nostra Casa Famiglia dove si sta riprendendo bene.

L’interrogativo che sorge davanti a situazioni come quella di mamma Salome e di tante altre famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà è questo: al di là di quel poco che riusciamo a fare per loro nell’immediato, quale sarà l’avvenire di tutti questi bambini in un Paese come questo dove i più essenziali diritti umani sono inesistenti?

Terminando questo breve scritto, sento veramente il dovere rivolgere un sincero ringraziamento a tutti voi che avete scelto di continuare a offrire il vostro generoso sostegno ai nostri bambini, rinunciando alle gratificazioni legate alla formula del Sostegno a Distanza degli anni precedenti che, come vi avevo già spiegato, privilegiava un numero ristretto di bambini creando uno stato di dipendenza poco favorevole alla crescita dell’impegno e del senso di responsabilità dei genitori. Pascal, ad esempio, non era tra i bambini privilegiati del Sostegno a Distanza. Potevamo per questo forse escluderlo o ignorarlo? Siamo veramente grati per la vostra comprensione e per questa maggiore libertà di intervento a favore di chi è più sfortunato e ha bisogno di un soccorso urgente.
Questa, ne siamo convinti, è la formula più giusta, più opportuna e più gradita a Dio. Che il Signore vi benedica e vi ricolmi di ogni bene.»

Padre Giovanni Querzani
Missionario a Bukavu, R.D.del Congo

Condividiamo le preoccupazioni di Padre Querzani e conosciamo anche la precaria situazione politica del Congo.
In attesa delle elezioni, i disordini che sono avvenuti nella capitale Kinshasa (repressi con la violenza) non hanno ancora raggiunto Bukavu.
Ciò che è stato determinante per placare la tensione politica ed evitare una situazione di caos è stato l’intervento dei Vescovi congolesi, che hanno assunto il difficile compito di mediazione tra potere e opposizione in un estremo tentativo di dialogo.

Per questo ringraziamo Padre Querzani per tutto quello che fa e rinnoviamo il nostro impegno, certi che chi ci sostiene sarà con noi.

Dai speranza a

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